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UN LIBRO ALLA VOLTA
LA RUBRICA DEDICATA ALLA LETTURA
a cura di Isabella Azzurra G.

“Fantasmi in Tribunale” di Massimo Sensale, un delizioso ed affascinante viaggio tra diritto e soprannaturale.

Abbiamo intervistato l'autore: "I fantasmi abitano nella nostra mente".

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Massimo Sensale è uno stimato magistrato che ha deciso di romanzare, con uno stile intriso di citazioni ed aneddoti, conditi di ricordi personali, un argomento che da sempre suscita interesse ed inquietudine come quello dei fantasmi. Ne esce fuori un racconto scorrevole e spassoso, una sottile trama che tiene il lettore sospeso e piacevolmente interessato, mantenendo nel testo sempre il rigore tipico del magistrato prestato alla scrittura.

"Fantasmi in Tribunale" risulterà così un piacevole viaggio, alla scoperta di un mondo a cui nessuno vuole credere ma che lascia un ragionevole dubbio nelle nostre parti più recondite.

La trama

"Fantasmi in tribunale" è un’opera che unisce storia, mistero, ironia ed intrighi legali, per trasportare il lettore in un universo affascinante, dove la legge si confronta con il soprannaturale. E dove, attraverso vicende intriganti e divertenti, antiche dimore spettrali, austere nobildonne, ambigui avvocati di provincia e viaggi in territori oscuri, la verità si svela tra le ombre della giustizia.


L' autore

Massimo Sensale è nato a Napoli nel 1958, dove vive e dove esercita la professione di giudice presso la Corte d'appello. Dirige la rivista giuridica NTC (Nuova Temi Ciociara). E' autore anche di "Progetti per il futuro" e "Appunti di geografia interiore".

Intervista all'autore

"Fantasmi in Tribunale", come è nata l'idea di scrivere questo libro?
“L’idea è nata dalla casuale scoperta di una sentenza del Pretore di Pomigliano d’Arco del 1927. Un inquilino aveva intentato causa al padrone di casa (locatore) chiedendo che il giudice dichiarasse con sentenza non solo l’esonero dall’obbligo di pagare la pigione, ma anche e soprattutto l’anticipata risoluzione del contratto (ossia la cessazione del rapporto di locazione) per essere risultata la casa non idonea all’uso abitativo in quanto infestata dai fantasmi. Il giudice istruì la causa, sentì i testimoni e infine dette ragione all’inquilino. Ciò che, da giurista, soprattutto mi incuriosiva della vicenda, a parte i profili pittoreschi e linguistici degli atti giudiziari dell’epoca, era il modo in cui le categorie del diritto civile (non molto diverse da quelle attuali) reagivano alla prospettazione di un fatto del genere. In altri termini, se un inquilino sosteneva che la casa fosse infestata da spiriti più che molesti, aveva (ed ha) il diritto di rivolgersi al giudice? Aveva (ed ha) il diritto di tentare di dare la prova con testimoni del “fatto” denunciato? E come si comporterà il giudice – che in partenza deve avere un atteggiamento anodino, senza far prevalere la propria personale opinione sulla esistenza o inesistenza (in generale) dei fantasmi e delle anime dei trapassati – come si comporterà il giudice chiamato a interpretare in modo imparziale le dichiarazioni dei testimoni? La questione specifica intercetta il delicatissimo tema della psicologia del giudicare, il problema spinosissimo dell’incidenza, rispetto alla decisione, dei preconcetti del giudice, intesi questi come bagaglio di conoscenze e di opinioni che preesistono allo studio della res judicanda e quindi del caso concreto. Jerome Frank, esponente di spicco della corrente del realismo giuridico americano, sosteneva che la certezza del diritto è solo un'illusione degli uomini, perché la sentenza non è mai del tutto prevedibile bensì “frutto di un ragionamento, anche intuitivo, di un giudice che prende una decisione prima ancora di spiegarla”. Più drasticamente, Frank giunse a dire – con aforisma di rara efficacia e di grande successo – che il giudice si pronuncia in base a quello che ha mangiato a colazione.
Partendo dalla sentenza del Pretore di Pomigliano, ho scoperto un gran numero e una varietà sorprendente di casi giudiziari (civili, penali, ecclesiastici) riguardanti, almeno in ipotesi, l’esistenza e la turbolenta attività di fantasmi, per cui mi sono indotto a raccoglierli in un libro, che mi sono sforzato di rendere comprendibile a un pubblico generalista, anche privo di competenze giuridiche. Molti casi, ancorché autentici e documentati, sono narrati in modo romanzesco e alla fine credo di aver scritto un libro leggero e di agevole lettura”.

Leggi e Soprannaturale, che cosa dice la legislazione italiana in materia?
“Non dice nulla. Una legislazione moderna e laica non potrebbe affermare e neppure negare il soprannaturale. Non è possibile stabilire per legge, a priori, che i fantasmi esistono o non esistono. Il difficile compito del giudice è sempre quello di accertare, come esistenti o inesistenti, i fatti specifici che, caso per caso, sono sottoposti al suo giudizio. Vale naturalmente la regola che chi afferma in tribunale l’esistenza di un fatto deve darne la prova. Sarà ben difficile avere come testimoni direttamente i fantasmi, benché nel passato ci siano stati casi del genere e il libro ne dà conto. Così come il libro dà conto – incredibile ma vero – di sentenze di divorzio “causato” da una relazione extraconiugale con un fantasma. E non si tratta del medioevo ma del ventesimo secolo”.

Infine, una domanda d'obbligo: lei crede ai fantasmi?
“Faccio mie le parole di Madame du Deffand: Signora – le fu chiesto – credete nei fantasmi? No – rispose – ma mi fanno paura.
Ai primi lettori che me l’hanno chiesto, ho detto che il libro non si pone affatto la domanda se i fantasmi esistano o meno. Certo che esistono! La vera questione è: dove abitano? Le risposte possibili sono varie. A me sembra preferibile quella di Freud e dei suoi seguaci: abitano nella nostra mente”.

 


 

Scheda del libro
Titolo: Fantasmi in Tribunale
Autore: Massimo Sensale
Genere: narrativa/diritto

Pagine: 208

Data prima uscita: 05.10.2023

Prezzo cartaceo: € 16,15

Kindle: 7,99
Casa editrice: Le Lucerne
 

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